Vino Tenute Masseto Masseto Igt Cl 75 2022

Vino Tenute Masseto Masseto Igt Cl 75 2022

Tenute Masseto SKU: VI00724

    ANNATA  2022

    DENOMINAZIONE  Toscana Igt

    VITIGNO  Merlot, Cabernet Franc

    ALCOOL  15,5%

    TIPOLOGIA  Vino Rosso Barricato 

  ABBINAMENTI  Primi Piatti di Carne, Secondi Piatti di Carne, Selvaggina

 

Prezzo
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Descrizione

Quando versi Masseto nel calice, non stai semplicemente assaggiando un vino: stai entrando in un mondo. Le sue uve di Merlot e Cabernet Franc nascono su una collina baciata dalla brezza del mare, su suoli argillosi ricchi di minerali, modellati da lontane tracce di vita marina. Questa terra, con le sue argille blu e con la ventilazione che proviene dal Tirreno, dona alle viti una vocazione unica: una lentezza nella maturazione, una concentrazione intensa e una profondità aromatica che affondano le radici nella roccia e nell’aria salmastra.
Quando il vino nasce, non è un atto meccanico: è un’operazione di pazienza, di delicatezza, di rispetto per l’equilibrio del frutto. La vinificazione e l’affinamento seguono un ritmo lento, calibrato, quasi meditativo: barrique di rovere francese e bottiglie che riposano nella penombra, permettendo al Merlot di esprimersi pienamente senza forzature.

Premi

Note di degustazione

Nel bicchiere Masseto si presenta con un colore che sfiora l’obscurità — rubino profondo, con riflessi violacei quando la luce lo attraversa. Al naso, l’impatto è immediato e potente: frutti neri maturi, prugna, mora, cassis — ma non finisce lì: emergono spezie delicate, cacao amaro, un accenno di tabacco, cenni balsamici e un sottofondo minerale che ricorda la terra argillosa sotto i piedi. In certe annate si avvertono sfumature più complesse: cedro, terra umida, note di foresta, che aggiungono profondità e complessità.
Al palato il vino sorprende con la sua struttura: piena, densa, intensa — eppure sorprendentemente elegante. Il sorso avvolge la bocca, grazie a tannini maturi, fitti e setosi, capaci di sostenere una stoffa robusta senza mai risultare aggressivi. La frutta è succosa, opulenta, ma non banale; c’è rotondità, ma anche tensione, freschezza, equilibrio. L’acidità e la mineralità tengono viva la beva, impedendo che il vino cada nell’opulenza: invece, si mantiene vibrante, energico, vivo. Il finale si distende: lungo, persistente, con ritorni di frutto, spezie e una traccia leggermente salina, quasi un’eco del mare vicino.
Ma ciò che rende Masseto davvero speciale è la sua dualità — la capacità di essere al tempo stesso potente e raffinato, ricco e armonioso, carnoso e minerale. È un vino che può essere goduto già giovane, per la sua energia, per la sua immediata bellezza; ma ha anche la stoffa per evolvere, per crescere, per trasformarsi lentamente nel tempo. Voci autorevoli gli riconoscono già un grande potenziale age-worthy, capace di sviluppare strati sempre più profondi di complessità.
Masseto è un vino che parla di terra, di argilla, di vento marino, ma anche di cura, di pazienza, di scelta. È una sintesi di natura e mano dell’uomo, di istinto e disciplina. E soprattutto è un’esperienza da vivere con calma: merita un calice ampio, un po’ di tempo per respirare, un silenzio attento per ascoltare ogni sfumatura.
Sorseggiarlo significa fare un viaggio tra profumi intensi, sensazioni tattili vellutate, ricordi di bosco e costa, forza e delicatezza. È un vino che lascia un segno: sul palato, nella memoria, nello spirito.

Cantina

Tenuta Masseto è uno di quei luoghi in cui il silenzio sembra avere un peso specifico, una densità propria. Mentre ci si avvicina alla collina da cui nasce il celebre Masseto, la prima cosa che colpisce è l’armonia tra la vigna e il paesaggio circostante: filari perfettamente allineati che seguono la curvatura morbida del terreno, il verde intenso dei boschi di lecci e macchia mediterranea, il riflesso lontano del mare che porta con sé una brezza costante. È una collina di natura forte, plasmata da un suolo raro e prezioso, l’argilla blu, una terra compatta che trattiene l’acqua e restituisce ai grappoli un’intensità e una concentrazione fuori dal comune. Qui ogni cosa, ogni pietra, ogni odore della terra ha un ruolo nel carattere dei vini, e la cantina non fa che completare questa identità con discrezione e profondità.
A differenza di tante altre cantine monumentali, Masseto non si impone al visitatore con forme appariscenti o architetture che cercano di catturare l’attenzione. Al contrario, la cantina sembra quasi scomparire nel paesaggio: è nascosta nella collina, una struttura ipogea che si lascia intuire più che vedere, come se volesse proteggere e custodire, più che mostrarsi. Questa scelta non è solo estetica: è una dichiarazione di filosofia, una volontà di far parlare il vino e la terra, e non la mano dell’uomo.
Entrando, la luce cambia immediatamente. Si passa dalla luminosità del vigneto a una penombra calma e misurata, una sorta di respiro trattenuto che accompagna chi entra verso il cuore del luogo. Le pareti e i pavimenti raccontano la stessa sobrietà che si percepisce fuori: materiali naturali, colori che ricordano la terra, una pulizia architettonica che non esibisce nulla ma custodisce tutto. La temperatura resta costante, grazie alla collina che avvolge gli ambienti, e l’umidità controllata crea un’aria ferma, quasi sospesa nel tempo.
La zona dedicata alla vinificazione è un intreccio perfetto tra rigore tecnico e rispetto del frutto. Qui la fermentazione è un processo silenzioso, seguito con attenzione e precisione, senza mai forzare la mano. Ogni vasca, ogni scelta di temperatura, ogni travaso ha un solo obiettivo: lasciare che le uve raccontino ciò che sono, senza trasformazioni superflue. È un lavoro meticoloso, paziente, quasi artigianale, nonostante l’utilizzo di strumenti moderni. La tecnologia, in questa cantina, è al servizio dell’essenza, non della spettacolarizzazione.
Scendendo verso il basso si giunge nella barricaia, un luogo in cui il silenzio si fa ancora più profondo. Le barrique riposano in file ordinate, immerse in una luce calda e soffusa che sfiora appena il legno. È qui che il vino evolve, respira, matura lentamente. L’affinamento in barrique non è un processo dettato dal calendario, ma dal ritmo del vino: ogni cuvée segue una traiettoria diversa, un tempo unico, osservato e ascoltato dagli enologi che accompagnano la sua crescita.

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