Vino Tenute Masseto Massetino Igt Cl 75 2023

Vino Tenute Masseto Massetino Igt Cl 75 2023

Tenute Masseto SKU: VI00723

    ANNATA  2023

    DENOMINAZIONE  Toscana Igt

    VITIGNO  Merlot, Cabernet Franc

    ALCOOL  15%

    TIPOLOGIA  Vino Rosso Barricato 

  ABBINAMENTI  Primi Piatti di Carne, Secondi Piatti di Carne, S

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Descrizione

l Massetino è il vino che racconta la seconda anima di Tenuta Masseto, un’interpretazione più immediata ma tutt’altro che semplice di uno dei terroir più iconici di Bolgheri. Nasce sulle colline affacciate sul mare Tirreno, in un mosaico di suoli che alternano argille marine, sabbie antiche e vene minerali che affiorano dal sottosuolo: una varietà geologica rara, capace di dare alle uve Merlot — cuore pulsante del Massetino — una profondità e una ricchezza aromatica che non temono confronti. In questo quadro si inserisce una piccola quota di Cabernet Franc, che contribuisce con finezza, struttura e tensione, come una linea sottile che modella il corpo del vino e ne affina il profilo.
Nato come “fratello minore” del celebre Masseto, il Massetino ha presto acquisito una propria identità: non è un ripiego e non è un secondo vino nel senso tradizionale del termine, ma piuttosto l’espressione di parcelle e selezioni che, pur non entrando nel blend del Masseto, possiedono carattere, complessità e un’eleganza naturale che meritano una voce autonoma. La vendemmia viene svolta a mano, con una cura quasi maniacale per ogni grappolo, e la fermentazione avviene in acciaio o in legno con meticolosa attenzione alla temperatura, per preservare la purezza del frutto e la finezza aromatica. L’affinamento in barrique — una parte nuove, una parte di secondo passaggio — dona al vino una trama setosa, rotonda, senza mai appesantirne il sorso.

Premi

Note di degustazione

Nel calice il Massetino si presenta con un colore rubino profondo, lucente, quasi vellutato alla vista. Al naso si apre lentamente, con quel passo misurato che caratterizza i grandi rossi: emergono dapprima frutti neri maturi — prugna, mora, ciliegia scura — poi note più fresche, balsamiche e minerali che ricordano la brezza del mare e la vegetazione mediterranea che circonda i vigneti. Man mano che si ossigena, il vino rivela strati più complessi: spezie dolci, cacao amaro, legno tostato finemente integrato, accenni di tabacco e una lieve nota terrosa che ne radica l’identità al suolo che lo ha generato.
Al palato il Massetino è un equilibrio armonico tra potenza e grazia. L’ingresso è morbido, avvolgente, con il frutto che si distende pieno e succoso, sostenuto da tannini fitti e setosi, maturi ma mai polverosi. La struttura è importante, ma l’acidità ben calibrata dona slancio e vivacità, impedendo al vino di risultare pesante o monolitico. C’è un ritmo nel sorso: prima la ricchezza del Merlot, poi l’energia del Cabernet Franc, e infine una progressione gustativa che culmina in un finale lungo, persistente, dove tornano note di cacao, spezie scure e ricordi di frutta matura. È un vino che riempie la bocca senza sovrastarla, che avvolge il palato senza stancare, e che lascia una sensazione di equilibrio e compostezza.
Il Massetino è pensato per essere goduto anche giovane, quando l’esuberanza del frutto è più evidente e la freschezza più pronunciata, ma possiede anche la struttura e la complessità per evolvere negli anni, guadagnando sfumature terziarie e una maggiore finezza.

Cantina

Tenuta Masseto è uno di quei luoghi in cui il silenzio sembra avere un peso specifico, una densità propria. Mentre ci si avvicina alla collina da cui nasce il celebre Masseto, la prima cosa che colpisce è l’armonia tra la vigna e il paesaggio circostante: filari perfettamente allineati che seguono la curvatura morbida del terreno, il verde intenso dei boschi di lecci e macchia mediterranea, il riflesso lontano del mare che porta con sé una brezza costante. È una collina di natura forte, plasmata da un suolo raro e prezioso, l’argilla blu, una terra compatta che trattiene l’acqua e restituisce ai grappoli un’intensità e una concentrazione fuori dal comune. Qui ogni cosa, ogni pietra, ogni odore della terra ha un ruolo nel carattere dei vini, e la cantina non fa che completare questa identità con discrezione e profondità.
A differenza di tante altre cantine monumentali, Masseto non si impone al visitatore con forme appariscenti o architetture che cercano di catturare l’attenzione. Al contrario, la cantina sembra quasi scomparire nel paesaggio: è nascosta nella collina, una struttura ipogea che si lascia intuire più che vedere, come se volesse proteggere e custodire, più che mostrarsi. Questa scelta non è solo estetica: è una dichiarazione di filosofia, una volontà di far parlare il vino e la terra, e non la mano dell’uomo.
Entrando, la luce cambia immediatamente. Si passa dalla luminosità del vigneto a una penombra calma e misurata, una sorta di respiro trattenuto che accompagna chi entra verso il cuore del luogo. Le pareti e i pavimenti raccontano la stessa sobrietà che si percepisce fuori: materiali naturali, colori che ricordano la terra, una pulizia architettonica che non esibisce nulla ma custodisce tutto. La temperatura resta costante, grazie alla collina che avvolge gli ambienti, e l’umidità controllata crea un’aria ferma, quasi sospesa nel tempo.
La zona dedicata alla vinificazione è un intreccio perfetto tra rigore tecnico e rispetto del frutto. Qui la fermentazione è un processo silenzioso, seguito con attenzione e precisione, senza mai forzare la mano. Ogni vasca, ogni scelta di temperatura, ogni travaso ha un solo obiettivo: lasciare che le uve raccontino ciò che sono, senza trasformazioni superflue. È un lavoro meticoloso, paziente, quasi artigianale, nonostante l’utilizzo di strumenti moderni. La tecnologia, in questa cantina, è al servizio dell’essenza, non della spettacolarizzazione.
Scendendo verso il basso si giunge nella barricaia, un luogo in cui il silenzio si fa ancora più profondo. Le barrique riposano in file ordinate, immerse in una luce calda e soffusa che sfiora appena il legno. È qui che il vino evolve, respira, matura lentamente. L’affinamento in barrique non è un processo dettato dal calendario, ma dal ritmo del vino: ogni cuvée segue una traiettoria diversa, un tempo unico, osservato e ascoltato dagli enologi che accompagnano la sua crescita.

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