Nelle mattine d’autunno una fitta nebbia avvolge le vigne dell’Orvieto Classico. Le uve, in questo particolare microclima, vengono gradualmente attaccate da una muffa particolare, la “Botrytis Cinerea” che, se si manifestano particolari condizioni atmosferiche si trasforma in “Muffa Nobile”. L’umidità mattutina in alternanza ad un clima pomeridiano mite e ventilato è la condizione sine qua non affinchè questa magia si manifesti. Tale Muffa si nutre, dall’esterno, del contenuto liquido del frutto dove attecchisce, disidrata l’acino, concentrandone gli zuccheri e l’acidità. La “Botrytis Cinerea” esalta in questo modo la complessità organolettica del vino, donandogli note aromatiche e gustative uniche ed inconfondibili. Per la raccolta, sono necessarie almeno cinque o sei vendemmie successive, ripetute in tempi diversi, distribuite tra ottobre e dicembre, al fine di raccogliere solo i frutti attecchiti dalla “Muffa Nobile” e lasciare di volta in volta quelli non ancora pronti sulla pianta. I mosti che si ottengono sono particolarmente densi, ricchi e profumati. La successiva fermentazione avviene in maniera lenta e costante per un periodo prolungato e si arresta naturalmente. La prima annata prodotta è la 1986, ma in realtà la sperimentazione su questa così particolare Muffa nasce già alla fine degli anni ’70, grazie alla ricerca e la passione di Luigi Barberani.